sabato 3 gennaio 2015

La scelta fruttariana. Vivere di sola frutta?

di Giovanni Torraco
Se gli occhi sono lo specchio dell’anima, la pelle è lo specchio dei vasi sanguigni.
La pelle è forse la componente più evidente di una persona che segue un’alimentazione corretta, fatta di vita, di frutta e verdure crude soprattutto. Alla base ci sono molte ragioni scientifiche che evidenziano come una pelle sana ed elastica derivi dal consumo più o meno abbondante di frutta. La pelle è anche il primo schermo fisico verso stimoli potenzialmente negativi (antigeni), dotata di un sistema immunitario molto efficiente.
Se volete conoscere la salute di una persona, quanta frutta mangia quella persona, guardate la sua pelle.
Tuttavia questo articolo non ha lo scopo di parlare della pelle, ma delineare un quadro generale su una ulteriore, se vogliamo più avanzata, fase di consapevolezza alimentare.
Oggi giorno viviamo nel pieno della rivoluzione vegan: sempre più persone prendono coscienza che un’alimentazione composta di cibi animali e di loro derivati è deleteria per la nostra salute e responsabile, direttamente o indirettamente, dell’insorgenza di numerose malattie.
Un’alimentazione vegana, ben bilanciata e ben programmata nel senso di prevedere abbastanza frutta e verdura cruda, è un’ottima alimentazione che ci mette al riparo da numerosi problemi di carattere patologico. Tuttavia non sono solo i cibi animali a crearci problemi. Sappiamo che anche molti prodotti industriali, dolci, dolcificanti, bibite zuccherate, alcool e via dicendo possono essere altrettanto tossici per la nostra salute.
Un vegano che è attento alla propria alimentazione eviterà per quanto possibile questo genere di alimenti e prediligerà, come di consueto, una vasta gamma di cereali, legumi e semi abbinata ad un consumo abituale di frutta e verdura preferibilmente crude.
Questa è in sostanza la dieta vegana: un tipo di alimentazione attenta ai prodotti vegetali che ha escluso totalmente ogni prodotto di origine animale.
Ma perché alcune persone allora aumentano il consumo di frutta, diventando fruttariane-crudiste o addirittura fruttariane al 100 %?
I motivi che conducono a questa scelta possono essere diversi ma esiste una profonda linea di demarcazione che separa due tipologie totalmente diverse di alimentarsi: mangiare alimenti vegetali, mangiare alimenti specifici.
Il cibo-specifico è quel cibo che si sposa perfettamente alle caratteristiche di una specie.
Ogni animale è costretto nella scelta del proprio cibo attraverso le proprie caratteristiche esterne e fisiologiche: artigli, denti, sapore, gusto ecc.
Un leone non sarà in grado di procurarsi e mangiare cereali e piccoli semi, così come una giraffa non possiede alcuna caratteristica che gli permetterebbe di cacciare prede più piccole, strappare con i propri denti le carni ed ingerirle.
Se guardiamo il becco di molti uccelli, capiamo perfettamente che esso è quasi sempre fatto per afferrare piccoli insetti, semi o chicchi di cereali e non per strappare carne o interiora di animali terrestri.
Ogni essere vivente si è evoluto ed è sopravvissuto, nel tempo, attraverso l’utilizzo delle proprie caratteristiche individuali per procacciarsi il cibo. Le aquile non hanno sviluppato gli artigli per cacciare, ma cacciano perché la natura ha dato loro gli artigli (insieme naturalmente a tutte le altre peculiarità necessarie a questo scopo, come la loro vista acuta).
All’interno di questo quadro si inserisce la motivazione generale per cui un essere umano si nutre di sola frutta: perché è il suo cibo specifico, il suo cibo elettivo.
Non analizzeremo qui la moltitudine di elementi a favore di questa teoria, ma semplicemente diremo che la frutta è l’unico cibo che non ha bisogno di essere cotto, trattato o condito per essere mangiato.
Diremo altresì che nutrirsi di cibi non facenti parte dell’alimentazione specifica, crea un certo numero di problemi.
Se guardiamo agli esseri viventi che ci circondano, notiamo che gli unici ad ammalarsi sono gli umani e quelli domestici a cui diamo da mangiare.
Possiamo ingannare il nostro palato, ma non le regole ferree che la natura ci ha imposto.
In un ambiente senza fuoco, senza coltelli e privo di ogni strumento di costruzione umana, la frutta è l’unico cibo che potremmo procurarci e mangiare.
E’ un salto concettuale non di piccola portata, che si inserisce nel nostro percorso di consapevolezza alimentare.
Mangiare solo frutta, al contrario di quello che si pensa, non da luogo a nessuna carenza nutrizionali.
Se è vero che la frutta è il nostro cibo elettivo, segue che dovrà anche essere un alimento completo. La natura non può sbagliare.
Per cui convincerci del fatto che la frutta racchiuda in sé tutti le sostanze di cui abbiamo bisogno, e nella giusta proporzione, equivale a convincerci che la frutta è l’alimento, l’unico alimento, per la nostra specie.
Ma allora perché mangiamo anche cereali, verdure, semi?
L’uso della nostra intelligenza per la creazione di espedienti atti a rendere molti alimenti commestibili, si rivela essere un utilizzo proprio del nostro organo principale (il cervello) solo se la finalità è la sopravvivenza. A differenza di tutte le altre specie viventi, in passato noi esseri umani abbiamo potuto meglio adattarci a condizioni climatiche difficili in cui la scarsità di cibo vegetale ne era la conseguenza più diretta. Abbiamo creato armi per cacciare, utilizzato il fuoco per rendere appetibili molti cibi tra cui la carne. In situazioni di emergenza, l’essere umano è un organismo formidabile, oserei dire “indistruttibile”.
Anche la coltivazione cerealicola è stata parte di questo meccanismo, laddove esigenze estreme di carestia hanno costretto l’uomo a sviluppare sempre più il suo ingegno.
Ma l’intelligenza è un’arma a doppio taglio: ciò che abbiamo deciso di mangiare per sopravvivere è diventato, in un periodo più o meno lungo, un’abitudine.
Dagli anni 50’ questo modo di procedere ha subito un’impennata di carattere esponenziale: cibi in scatola, conservanti, cottura a microonde, spropositato uso di latticini e uova ecc..
Oggi giorno riusciremmo a rendere commestibile praticamente ogni oggetto che ci circonda, anche un pezzo di plastica!
E’ ancora difficile oggigiorno parlare di come cereali, legumi semi e verdure a foglie possano creare problemi nel nostro organismo. E’ già molto difficile farlo con i latticini e le carni, figuriamoci con riso e patate. Non è mia intenzione farlo.
Questi ultimi costituiscono un’importante fonte di sostanze nutritive e permettono a molte persone di condurre una vita più sana rispetto a quella che prevede l’uso di cibi animali.
La mia intenzione è solamente quella di somministrare quel ragionevole dubbio che dovrebbe aiutarci ancor di più a capire quale cibi preferire per noi e per i nostri bambini.
Possiamo sperimentare su noi stessi come un elevato apporto di frutta e verdura cruda, possa avere benefici per la nostra salute davvero inimmaginabili.
Molti vegani scelgono di aumentare il consumo di frutta e diminuire la cottura di cibi come le verdure.
Più un cibo è naturale, più ci protegge dalle malattie e dall’invecchiamento.
Mangiare crudo significa nutrirsi di vitalità. La cottura altera e distrugge molti elementi essenziali di un alimento, spesso creando fenomeni di tossicità. Il cibo cotto non è riconosciuto dal nostro sistema immunitario, e ciò ha come conseguenza l’attivazione inopportuna di esso.
Non tutti i cibi possono essere mangiati crudi: a volte perché non sanno di nulla (molte verdure a foglie, cavolfiore), a volte perché è impossibile addirittura masticarli (cereali e legumi), altre perché sono troppo tossiche (come alcuni tipi di funghi).
L’unico alimento che non abbisogna di camuffamenti per essere mangiato è, indovinate un po’, la frutta!
La frutta è una rivoluzione che non esaurisce le sue spettacolari conseguenze a tavola.
Già liberarsi di prodotti animali vuol dire migliorare il proprio umore, conoscere meglio sé stessi, sentirsi più puliti.
Mangiare frutta (o comunque prevalentemente frutta) è la chiave di volta della nostra avventura su questo pianeta: riscopriamo ciò che siamo e ciò di cui abbiamo bisogno.
Il nostro atteggiamento nei confronti delle persone e delle cose ne risulta totalmente revisionato.
Aumentiamo la nostra energia, la nostra concentrazione, la nostra voglia di vivere e di amare il prossimo.
I nostri istinti risorgono e ci mettono di fronte una realtà che guarderemo in modo diverso.
Prendendo in prestito parte della teoria relativa alla scienza olografica (che si occupa molto di coscienza ed interazione fra coscienze diverse) possiamo affermare di sentirci tutt’uno con il mondo.
Guadagniamo una visione di insieme della vita, delle strutture sociali, dei problemi e di tutte le questioni che afferisco anche il nostro ambiente lavorativo. Questo ci permette di minimizzare le interferenze e ridurre notevolmente lo stress quotidiano, potendo avere più lucidità e saggezza nelle nostre decisioni.
Le cose materiali ci appariranno meno insignificanti: oggetti come la nostra macchina, vestiti, gioielli e persino la nostra casa appariranno avere meno o nessuna importanza.
La vera forma di libertà sarà data dal numero di cose di cui possiamo fare a meno, anziché dal numero di cose che possediamo.
Da qualunque ottica scegliamo di considerare la frutta, vedremo sempre la vita.
La via fruttariana è un percorso alimentare molto potente per distruggere la possibilità di contrarre ogni genere di malattia.
Nutrire il proprio organismo con il cibo che la natura ha predisposto per noi, è la condizione necessaria per poter disporre di una salute invidiabile.
La natura desidera che otteniamo una genuina rinascita, desidera guidarci verso una risurrezione fisica nel senso più profondo della parola. Prof. Arnold Ehret

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